Academia Berlucchi, progetto di condivisione del sapere

Academia Berlucchi, progetto di condivisione del sapere

ACADEMIA BERLUCCHI – Il Circolo Virtuoso del Sapere” chiude la sua 1° edizione con successo ed ampia partecipazione, in una coinvolgente giornata di riflessioni su un’idea di sostenibilità “a tutto tondo”, tra Agricoltura, Territorio ed Alimentazione, Educazione, Arte e Bellezza.

 

ACADEMIA BERLUCCHI, il progetto creato in Franciacorta dalla Famiglia Ziliani, titolare della Guido Berlucchi che si pone come moderna Agorà dove personalità – provenienti da ambiti diversi, non solo enologici o agricoli, si confrontano per stimolare e condividere pensieri e proposte su tematiche legate alla Sostenibilità, ha chiuso la sua prima edizione con un successo di partecipazione estrema-mente incoraggiante e di condivisione dei temi espressi da un panel di relatori di grande profilo.

 

Il tema della prima edizione, ispirato ai “TERRITORI SOSTENIBILI” intesi nella loro accezione più ampia – dall’Arte alle pratiche agricole, dal Cibo all’Architettura ed al Design, passando per l’Ambiente, si è sviluppato nell’arco della giornata di Sabato 5 Ottobre 2019 nelle sale del rinnovato, settecentesco Palazzo Lana – sede della Guido Berlucchi in Franciacorta – attraverso interventi, dialoghi e partecipata interazione con il pubblico presente.

Introdotta con un saluto della figlia Cristina Ziliani – direttore della Comunicazione Berlucchi – e dal “padre fondatore” Franco Ziliani – il visionario imprenditore che ha cambiato il destino di un intero territorio con la felice intuizione di sviluppare in Franciacorta il metodo classico che lui, giovane e brillante enologo al tempo, aveva imparato a conoscere in Francia alla fine degli anni ’50 – ACADEMIA BERLUCCHI ha avuto il piacere di rappresentare anche l’evento di apertura della Milano Wine Week 2019, alla presenza dell’Assessore alla Agricoltura della Regione Lombardia, Fabio Rolfi e di Federico Gordini, ideatore e direttore creativo della MWW.

Francesco Morace con il suo Future Concept Lab ed Alessandro Grassi di Grassi & Partners hanno affiancato l’Azienda nell’elaborazione concettuale di Academia, ovvero stimolando la necessità di far nascere un progetto familiare ed istituzionale capace di creare spunti e confronto dalle positive ricadute sulle comunità sia locali che di altri territori, che servisse a condividere una responsabilità sempre crescente nei confronti di una regione quale la Franciacorta, del quale la cantina Guido Berlucchi è pioniera e leader da quasi 60 anni.

 

In questo “circolo virtuoso del sapere” – così ACADEMIA BERLUCCHI definisce la sua intima mission, nel rispetto dei paradigmi emergenti nel prossimo futuro: Sostenibilità, Unicità, Condivisione e Tempestività – Francesco Morace ha coordinato il primo Convivio dal titolo “Terra, Coltivazione, Alimentazione” in dialogo con Arturo Ziliani, Antonia Klugmann e Paolo Corvo.


Arturo Ziliani – CEO e direttore tecnico della Guido Berlucchi – ha ripreso nel suo intervento il filo aziendale raccontando come Berlucchi sia entrata nella contemporaneità, mettendo a punto già da tempi non sospetti (1999) processi innovativi e nello stesso tempo sostenibili, quali l’accuratezza enologica e l’applicazione di avanzate tecnologie in vigna per contrastare il cambiamento climatico, l’attenzione ossessiva ai dettagli, il ri-spetto dei partners a monte e a valle della filiera: dagli agricoltori locali ai collaboratori interni, fino alla comunità dei clienti in tutto il mondo. Senza grandi proclami è emersa una visione etica, espressa in un saper fare e una visione aziendale di grande coerenza e continuità.


L’intervento della chef Antonia Klugmann, cuoca stellata di “frontiera” nel suo “L’Argine a Vencò” sul Collio, ha rafforzato questi stessi argomenti indicando cosa significhi la sua visione di “sostenibilità in cucina”. Con parole semplici e dirette, come l’approccio creativo – attraverso il lavoro dei cuochi e la scelta delle tecniche più adatte (tradizionali e/o innovative) – possa aiutare a ridurre gli sprechi e a valorizzare anche quelle materie prime che normalmente sono classificate come “povere” e che, in verità, caratterizzano ogni territorio italiano. Klugmann ha poi proseguito indicando con quali modalità l’obiettivo della sostenibilità è stato introdotto nel progetto ristorativo de L’Argine a Vencò e come la scelta di proporre una ristorazione di piccoli numeri possa non essere un limite bensì una risorsa.


Rimanendo sulla stessa lunghezza d’onda, Paolo Corvo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha aperto una riflessione didattica sull’esigenza di un modello educativo aperto, unico, etico ed integrato con l’action learning e l’esperienza pratica. I punti di contatto con Academia sono evidenti: interdisciplinarietà, visione lunga sui processi creativi e produttivi, visione e proiezione di internazionalità. Per diventare gastronomi si insegna non solo a conoscere la catena alimentare sostenibile, indicando i valori ecologici e culturali connessi al cibo, con la possibilità di sperimentarli negli orti didattici, ma anche si deve investire nella formazione della persona e della sua sensibilità a questi temi, che saranno il leitmotiv di un futuro già iniziato.


Con Caroline Corbetta, Art Curator di fama internazionale e talent scout di giovani artisti, il dialogo è proseguito partendo da un paper – da lei pubblicato su Domus nell’ottobre del 2018 – dal titolo “Integrity e Commitment” – con il quale la curatrice d’arte ci sollecita a comprendere come il mondo dell’arte sia fatico-samente, ma con determinazione, alla ricerca di un nuovo modello di sostenibilità etica per sfuggire alle pres-sioni del mercato che influenza i programmi museali, lasciando sempre meno spazio alle esperienze e alla ri-cerca. Una delle possibili risposte suggerite, anche per valorizzare i giovani artisti, è quella di riscoprire la vo-cazione di committenti, e non semplici sponsor, delle aziende private, rispettando con trasparenza gli interessi e i valori in gioco.


Il pomeriggio si è poi aperto con due dialoghi curati dal Vicedirettore di Rai Tre Giovanni Anversa con due personaggi e volti televisivi noti, come Vittorio Sgarbi e Mario Tozzi. Il primo, sottolineando l’importanza del genius loci, con la bellezza nascosta e diffusa dell’arte “minore” nei territori italiani meno no-ti, ha evidenziato come questi – ancora poco e mal divulgati (Venezia, Firenze vs. Franciacorta o Bergamasco, così come altri) – possano divenire invece elementi ed attrattori di pubblici più curiosi e colti, con positive ricadute diffuse sia culturali che economiche, per un modello di Turismo sostenibile meno invasivo e spersonalizzante. Sgarbi ha sollecitato fortemente l’attenzione sulla necessità di proteggere e valorizzare questi territori, non solo in termini conservativi ma anche nella prospettiva di una “cultura materiale” che deve essere considerata alla stregua della grande arte: Carlo Petrini (inventore di Slow Food e Terra Madre) e i suoi progetti dovrebbero ricevere oggi la stessa attenzione di Giotto o Michelangelo.


Mario Tozzi, noto divulgatore televisivo e conduttore di “Sapiens” su RAI 3, ha invece affrontato il tema della sostenibilità da interprete del pensiero scientifico, chiarendo ad esempio che l’inconfutabilità delle ipotesi sul cambiamento climatico, che non può essere affrontata secondo le regole della par condicio (dando lo stesso spazio a chi è pro e chi è contro tale tesi), ma secondo le verifiche incrociate del metodo sperimentale che dimostra con schiacciante prevalenza l’impatto drammatico delle attività umane sul pianeta, “esplose” dal 1970 quando ancora esso era in “equilibrio”, seppur a scapito di grandi masse di popolazione globale, che oggi chiedono di accedere alle stesse opportunità del mondo sviluppato. Ed anche chiarendo che non esistono risorse per tutti, ma che solo attraverso una ridistribuzione di queste si possa (e debba) cercare di ritrovare un nuovo equilibrio che consenta al pianeta, in futuro di sopravvivere a sé stesso.


La giornata si è conclusa con una importante presenza internazionale e di grande rilievo: Tony Chambers, designer e direttore per 14 anni della rivista “Wallpaper” che da oltre due decenni sta delineando e descrivendo gli scenari socioculturale delle tendenze nei consumi attraverso il Design, l’Architettura ed il Life-style, si è confrontato in un dialogo con Luca Zanini del Corriere della Sera, conducendo i presenti in un affascinante “viaggio globale” alla scoperta delle architetture e delle metodologie sostenibili sviluppate nelle cantine più innovative del mondo, sottolineando così anche il ruolo chiave del pensiero sostenibile applicato alle buone pratiche nel Design, nell’Architettura, nel Turismo.


Il pensiero scaturito da questa giornata di ACADEMIA BERLUCCHI si è riflesso immediatamente anche in “gemmazioni” esterne, andando a contaminare la “Milano Wine Week 2019”, con un dibattito sui modelli sostenibili orientati all’enoturismo di qualità, insieme alla giornalista svedese Åsa Johansson, che ha portato on stage la sua esperienza e spunti da globe trotter enologica, quali riflessione su una fonte di sviluppo turistico a basso impatto ed alto o altissimo valore.
ACADEMIA BERLUCCHI è stata anche protagonista di una sessione all’interno del Festival della Crescita, a Milano, dove alcuni dei temi nati a Palazzo Lana sono stati ampliati e sviluppati dagli ospiti, conti-nuando così nel processo di “impollinazione” (dato anche l’affascinante intervento di Luca Zanini sul mondo a grande rischio delle api..) del pensiero sostenibile e per una call to action che ci deve veder tutti impegnati e protagonisti di un grande cambiamento culturale.

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