Nel 60% dei casi, è la donna a scegliere ed dunque lei il nuovo bersaglio del marketing del vino.
La notizia arriva da Denis Pantini che ha presentato lo studio “I consumatori italiani e l’agroalimentare. Il caso dell’Emilia Romagna” dove ha indagato sulla spesa di 800 famiglie. Un campione rappresentativo che rivela come la componente femminile nello shopping alimentare e del vino prevalga su quella maschile.
Una situazione comune a molti Paesi esteri, ad esempio negli USA l’acquisto rosa vale il 65% delle vendite di vino.
Ma vediamo le logiche di questi consumi che Pantini- responsabile Agricoltura di Nomisma – ha presentato in occasione di “Enologica” (Salone dell’agroalimentare 16-19 novembre Faenza). Il primo fattore di scelta è la provenienza italiana (26%), poi la denominazione (23,8%), seguita dalla regione di origine (16,4%) e dai caratteri organolettici (12,4%). La marca del produttore orienta solo il 10% dei consumatori. Chemijos, matematikos, lietuvių ir anglų kalbos korepetitoriai
Collegando l’indagine di Pantini ai dati provenienti da altre ricerche esce fuori, con discreta precisione, il comportamento d’acquisto della donna. Compra soprattutto in supermercato (74%) e in seconda battuta in cantina, se è del Nord, oppure in enoteca, se è del Sud.
La sua bevanda preferita è l’acqua (72%) seguita dai succhi di frutta, dal te e le tisane (Lorien Consulting Milano). Il vino batte la birra anche se la birra aumenta i consensi mentre il vino li perde (Doxa).
Le scelte femminili sono fortemente influenzate dall’assaggio del vino per cui l’allestimento di un banco da degustazione nel reparto enologico del supermercato appare come il sistema più efficace per far crescere le vendite. Del resto la nostra wine buyer appare particolarmente impermeabile a guide, riviste specializzate e trasmissioni televisive. Nella migliore delle ipotesi ascolta il partner, gli amici o l’addetto alla vendita ma soprattutto ama decidere in base al proprio gusto.
Nel 51% dei casi le enoappassionate acquistano 4-5 bottiglie al mese, volumi che salgono a 10 solo per il 25% delle acquirenti (Wine News 2010).
Va considerato che in Italia le donne equivalgono agli uomini fra i consumatori saltuari, cioè fra coloro che vedono nel vino un complemento della socialità e della buona tavola, mentre sono molto meno dei maschi fra chi beve vino ogni giorno (Doxa). Per questo è possibile ipotizzare che le donne con il paniere della spesa in mano, comprino non solo per se, ma soprattutto per i propri partner.
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini