Se lo chiedete agli esperti vi diranno di no, esistono vini buoni e cattivi indipendentemente dal sesso di chi li produce o li assaggia ma nella realtà …
Nella realtà il vino di genere esiste o almeno esistono certe predilezioni femminili che stanno sempre di più condizionando il mercato.
I primi dati certi di quello che potremmo definire “vino di genere” sono: olfatto, pulito, ricco e appagante, perché le donne danno un’enorme importanza ai profumi. Gusto armonico senza elementi amari e packaging decisamente curato.
Detto così sembra l’identikit di quasi tutti i vini buoni e ottimi ma la questione va guardata più in profondità.
Jancis Robinson, la più celebre Master of Wine ha scritto la sua opinione in un articolo del “Financial Time” << I don’t expect everyone to agree>> non mi aspetto che tutti siano d’accordo, premette, ma secondo lei il maggior protagonismo femminile fa evolvere i consumi verso vini freschi, con colori, alcool e legno meno intensi e
soprattutto causa l’abbandono del gigantismo – un po’ maschile – che ha dominato la fine del Novecento.
Va detto che le donne sono naturalmente più predisposte a percepire i caratteri organolettici di ciò che mettono in bocca. Una caratteristica che forse discende dall’abitudine atavica a cucinare ma è comprovata da un’evidenza scientifica nei panel dei laboratori sensoriali incaricati di profilare gli alimenti. Deborah Parker direttore associato del UK Sensory Science Tasting and Research Centre di Westerham nel Kent che studia approfonditamente le caratteristiche dei prodotti di consumo, ha detto << il team di analisti sensoriali del centro è composto solo da donne>>
Per scegliere le persone ammesse al corso che forma gli analisti sensoriali c’è un test iniziale sui sapori fondamentali: salato, dolce, amaro, acido e saporito (umani) << solo il 10-15% della popolazione ha le caratteristiche per far parte di panel di assaggiatori e le donne risultano sempre le più dotate>>.
Anche fra i wine expert le donne fanno passi da gigante: tutti gli otto vincitori del concorso mondiale per wine educators (56.000 studenti nel mondo) sono donne e negli esami per diventare Master of Wine se la cavano più che bene.
Le donne sono quindi giudici abili e forse anche più severi degli uomini. Per questo la presenza del gusto amaro in un vino, che il gentil sesso, percepisce più degli uomini, decreta la sua fine. Non lo comprano.
Problemone direi … visto che le donne acquistano la maggior parte del vino per uso quotidiano cioè quello che arriva a casa con la spesa. I dati della Digital Wine Comunication Conference dicono che il 58% dei consumatori abituali USA sono donne, 7 bottiglie su 10 comprate nei supermercati inglesi sono acquistate da donne. Una femminilizzazione del mercato che probabilmente è alla base dell’aumento di consumi di Chardonnay e Pinot grigio.
Conferma questo fenomeno i rilevamenti Formind e il panel Crest The NPD Group Inc che ha esaminato l’andamento dei consumi in Italia la scorsa estate. La crescita di vendite dei vini bianchi è stata determinata dalle donne e dalla loro propensione a bere bianchi fuori dalle mura domestiche.