Sicilia
Valeria Lopis – Giornalista
Abbina Etna Rosso Doc al Cavolo Trunzo di Jaci stufato
Motivi dell’abbinamento: il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio sono vitigni autoctoni siciliani endemici del vulcano Etna, insieme nelle proporzioni rispettivamente dell’80% almeno e del 20% variabile, danno vita all’Etna Doc Rosso; un vino dai profumi intensi con cenni di ciliegia e scie di cenere lavica che avvolge il palato con pienezza e note di grande eleganza ed armonia. L’abbinamento con il Cavolo Trunzo di Jaci esalta l’equilibrio del piatto legandosi alla persistenza gusto-olfattiva che cresce nel finale piacevolmente sapido.
Storia e aneddoti della ricetta: preparazione invernale tipica del catanese con alta rotazione nel menù familiare, l’ho imparata da mia nonna Maria e lei la preparava spesso con lo spaghetto spezzato a mano, un’incombenza che era il mio compito sin da bambina.
Difficoltà: abbastanza facile
Tempo di esecuzione : 20 minuti
Dosi : 4 persone
Ingredienti
4 Cavolo Trunzo di Jaci – Presidio Slow Food del territorio delle Aci, espressione della biodiversità etnea.
2 spicchi di aglio
2 cipolline fresche
2 cucchiai di pomodorini pelati
Sale e pepe qb
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
50 gr. di Pecorino stagionato siciliano
Esecuzione
Mondare le foglie e il cavolo pelandolo grossolanamente, lessare il tutto senza aggiungere sale, scolare e mettere da parte. In una padella scaldare l’olio e far rosolare l’aglio e cipollina tagliata sottile, poi aggiungere il cavolo scolato e farlo rosolare. Sfumare con un po’ di Etna Rosso e aggiungere i pomodorini. A fine cottura aggiungere il pecorino a cubetti, nella versione tradizionale si usa la crosta, una soluzione che recupera al meglio uno scarto prezioso.
