Féminalise, il racconto della sommelier Cristina Francescon in veste di giurata al concorso internazionale di vino
Con tutta onestà non sapevo nulla di Féminalise, Concorso Mondiale di Vini prodotti e giudicati dal mondo femminile, fino a che la nostra Presidente Donatella Cinelli Colombini non ne fece parola lo scorso novembre durante la giornata che vide premiare Gualtiero Marchesi come Uomo dell’Anno nella splendida cornice della tenuta Palazzona di Maggio a Ozzano dell’Emilia.
Fu così che la Presidente si rivolse alle Donne del Vino Sommelier esortandoci a consultare il sito di Féminalise in quanto disponibili termini e condizioni dell’edizione 2018. Detto, fatto: il giorno successivo compilai il questionario, lo inviai a chi di dovere e nel giro di una settimana ricevetti un email di approvazione: Féminalise mi attendeva a Parigi il 5 aprile 2018 in veste di wine judge. Sorpresa, felice, curiosa, pronta ad affrontare una giornata che, col senno di poi, ricorderò a lungo.
Il tutto si è svolto al Parc Floral di Parigi in una bella giornata di sole. Alle 8.30 si è dato il via alle registrazioni mentre le colleghe iniziavano ad affluire sempre più numerose. Sentivo parlare tedesco, giapponese, inglese, spagnolo, naturalmente francese e, con mio stupore, italiano: in breve realizzai che le Donne del Vino catapultate a Parigi per Féminalise erano una decina! La sottoscritta dalla Lombardia, altre dall’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio ed Abruzzo. Alcune di loro già le conoscevo, con altre invece ho avuto il piacere di conversare per la prima volta tra una pausa e l’altra dell’evento.
Dopo le immancabili foto di rito fummo chiamate per gruppi e fatte accomodare nella grandissima sala di degustazione pronta ad accogliere qualche centinaio di sommelier provenienti da ogni angolo del pianeta. Una convergenza globale in nome del vino, passione, preparazione e tanta buona volontà. Nella sessione mattutina ciascuna di noi ha degustato e giudicato circa 25 vini, altrettanti nel pomeriggio.
Si dice che in totale i vini fossero circa 4000. A noi italiane furono assegnati tutti vini francesi di denominazioni note e meno note. Alla sottoscritta, per esempio, è spettata una batteria che comprendeva Champagne, Val de Loire, Cotes d’Auvergne, Bordeaux, Bordeaux Superieur, Coteaux de L’Aubance, Cotes du Lot, Cotes de Gascogne, Bergerac, Gaillac, Jurancon, Cotes de Bordeaux Blaye, Cotes de Bordeaux Castillon, Haut Medoc e Jurancon Doux.
Il criterio di punteggio: 20 punti in totale suddivisi in 2 punti per la parte visiva, 6 punti per l’olfattiva e 12 punti per il gusto. Solo ad un vino ho assegnato il massimo punteggio: un Haut Medoc AOP Aquitaine Rouge annata 2015. Circa la metà dei vini degustati non ha raggiunto la zona medaglia; in tutto sette punteggi da bronzo, sei d’argento e quattordici d’oro.
A dire il vero, la qualità media me l’aspettavo più elevata specialmente su denominazioni da cui, per definizione, ci si aspetta l’eccellenza. Ma non è andata così. A lavori ultimati mi sarebbe piaciuto confrontare bottiglia e codice per risalire al nome e cognome dell’etichetta ma data la miriade di vini è stato pressoché impossibile.
Nel frattempo è uscita la lista dei vincitori sul sito di Féminalise. Ebbene, non saprò mai se il mio giudizio, nel giorno del giudizio, è stato da medaglia. C’est la vie!
Grazie in ogni caso a Féminalise della bellissima opportunità datami e… à la prochaine!
M. Cristina Francescon