Quando le donne cambiano la storia del vino

Quando le donne cambiano la storia del vino

Mary Weber e le sue due figlie

Mary Weber Novak, che meglio di ogni altro ha incarnato lo spirito di Napa Valley, è morta. E’ l’occasione per ricordare le donne che hanno cambiato la storia del vino.

Hanno un elemento in comune: sono vedove. Eccone tre davvero straordinarie: Barbe Nicole Clicquot Ponsardin, Barbara Banke della Jackson Family Wines JFW, Mary Novak di Spottswoode.

Barbe Nicole Clicquot Ponsardin
Barbe Nicole Clicquot Ponsardin

La più nota è sicuramente Barbe Nicole Clicquot Ponsardin, una leggenda senza eguali. Figlia del ricco barone Ponsardin divenuto sindaco di Rheims grazie all’appoggio di Napoleone, poco più che ventenne sposa Francois Clicquot che gestiva con grandi ambizioni la cantina fondata dal padre nel 1772. Sei anni dopo le nozze il marito di Barbe si suicida e lei prende la guida delle imprese di famiglia. Spregiudicata e arrivista rischia più volte la bancarotta ma il “colpo grosso” di Barbe Nicole arriva nel 1814 quando rompe l’embargo e contrabbanda in Russia 10.000 bottiglie di Champagne, trasformando gli Zar nei suoi più fedeli e assetati clienti. Trasgressiva nella vita amorosa come negli affari la veuve Clicquot cambia anche il sistema di produrre Champagne introducendo la tecnica del dégorgement con la conservazione delle bottiglie capovolte e la rimozione dei lieviti e del tappo provvisorio che rende limpido lo Champagne. E’ insomma lei che crea lo Champagne moderno.

Barbara Banke
Barbara Banke

Di recente il personaggio femminile più spettacolare del mondo del vino è Barbara Banke della Jackson Family Wines JFW uno degli imprenditori del vino più brillanti, coraggiosi e capaci che si siano mai visti! Ottimo avvocato lascia la professione per sposare Jess Jackson, che nel 1982 aveva creato una società per la produzione di vino. Jess muore nel 2011 ma Barbara è già da anni alla guida dell’azienda. La più grande azienda familiare di vino della California, 1.100 dipendenti in 35 cantine e una produzione di vini ultra premium in USA, Francia, Cile, Italia e Australia. Ma sono le acquisizioni fatte da Barbara negli ultimi anni le cose più spettacolari, ben 17 nuove proprietà: 445 acri nella McLaren Vale in Australia, 875 ettari di vigna nella nuova denominazione di Sonoma, Pine Mountain-CloverdalePeak, 1.000 ettari di Pinot in Oregon e un pre accordo per l’acquisto di un’altra cantina. Possiede anche la Tenuta di Arceno in Chianti Classico.

Mary Weber e le sue due figlie
Mary Weber e le sue due figlie

Mary Weber Novak, morta il 25 settembre, all’età di 84 anni è, in forma diversa, un personaggio rivoluzionario al pari delle altre due donne. Per prima ha creato il modello di azienda che tutti sognano; Harlan, Bond e Opus One sono nati tutti dopo. Spottswoode, a Napa Valley, è in un luogo bellissimo e antico, unisce uno stile di vita patriarcale a contatto con la natura, con il rispetto dell’ambiente e la produzione di vini di alta qualità. Un piccolo paradiso che ogni miliardario vorrebbe comprare.
Mary faceva la maestra d’asilo prima di sposare, nel 1956 Jack Novak e trasferirsi a San Diego dove lui è medico di famiglia. Dopo 15 anni Jack si innamora della bellezza di Napa Valley, compra Spottswoode una casa vittoriana costruita nel 1882 con 31 acri di parco e vigneti dove decide di fare il contadino per far vivere i suoi cinque figli in un luogo sano con una stile di vita vicino alla natura.
Siamo nel 1972 e nella zona non ci sono i ricchi turisti di oggi, anzi è quasi sconosciuta. I Novak la fanno conoscere a Ray Duncan, un industriale petrolifero del Colorado con cui comprano un vigneto nella vicina Alexander Valley battezzandolo Los Amigos. Poco dopo, Duncan fonda la cantina Silver Oak.
Anche Jack Novak compra altri terreni e pianta altri vigneti tornando periodicamente a fare il medico per sbarcare il lunario, ma nel 1977 muore improvvisamente. Mary Novak rimane sola con 5 figli e una vecchia casa. Per lei è durissima, i soldi ricavati dalla vendita dell’uva non le bastano per mantenere i figli al collage e per guadagnare di più, Mary decide di iniziare a produrre vino dalle sue vigne.
Con l’aiuto dell’enologo Tony Soter, Spottswoode diventa un’azienda biologica, una delle prime a Napa Valley. Senza esperienza agronomica e nel business, Mary si avventura nel difficile mondo del vino mentre le bottiglie californiane stentano ancora a trovare compratori sopra i 6$, ma riesce a farcela e presto la produzione aumenta al punto da costringerla a richiamare in azienda le figlie Beth e Lindy. La casa vittoriana ora ospita una tribù familiare con 9 bambini, i vini sono apprezzati dal pubblico e dalla critica e Robert Parker li confronta con Chateau Margaux, ma il vero capolavoro è Spottswoode: un angolo di paradiso dove l’uomo trova una magica armonia con la natura, lo stile di vita e la produzione di vini di eccellenza. Mary ha creato il prototipo del nuovo sogno americano.

Donatella Cinelli Colombini

Presidente Associazione Nazionale Donne del Vino

 

There are 2 comments
  1. La storia di queste donne é notevole e, spero, ispiri tante di noi.
    Quanto a Spottswoode, è un po’ nel cuore delle Donne del Vino per una visita fatta qualche anno fa. Ricordo una qualità dell’accoglienza eccellente, che per me la fa restare la visita più bella in cantina durante quel viaggio studio.

  2. Elena Roppa

    Grazie Daniela per il tuo commento e la tua preziosa testimonianza. Speriamo ci siano molti altri viaggi studi così interessanti!

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