Cultura del vino come materia di studio nelle scuole

Cultura del vino come materia di studio nelle scuole

IL VINO VA A SCUOLA CON LE DONNE DEL VINO
ESPERIENZA PILOTA IN 8 ISTITUTI ALBERGHIERI E TURISTICI DI EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE E SICILIA. A BOLOGNA, IL 19 MARZO, L’ENTUSIASMO DEI PRIMI 500 STUDENTI

Al Grand hotel Majestic già Baglioni di Bologna, sabato 19 marzo, sono stati presentati i risultati dei primi mesi di sperimentazione del Progetto D-Vino dove la D indica didattica ma anche Donne del Vino, l’associazione che ha dato vita all’iniziativa.
Antonietta Mazzeo per l’Emilia Romagna, Roberta Urso per la Sicilia, Roberta Lanero per il Piemonte, insieme alla presidente nazionale Donatella Cinelli Colombini, hanno lavorato mesi per mettere a punto l’insegnamento del vino nell’anno scolastico 2021/22 con una sperimentazione che ha visto coinvolti 500 studenti di 8 Istituti Scolastici. A loro si è affiancata Maura Zini Dirigente Scolastica dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Modena con il ruolo di capofila rispetto al Ministero dell’istruzione. La sperimentazione ha infatti ufficialità formale e procede in modo omogeneo, nei temi e nei metodi, in tutte le scuole coinvolte.

Nel prossimo anno scolastico le Donne del Vino estenderanno la sperimentazione a tutte le regioni italiane per poi lasciarla crescere, sotto la diretta gestione del Ministero.
«Nel prossimo anno scolastico le Donne del Vino estenderanno la sperimentazione a tutte le regioni italiane per poi lasciarla crescere, speriamo, sotto la diretta gestione del Ministero» è il piano della presidente nazionale Donatella Cinelli Colombini.

Alla presentazione del progetto D-Vino ha partecipato il Senatore Dario Stefàno già autore di un disegno di legge sull’introduzione dell’insegnamento della cultura agroalimentare e alimentare nelle scuole.
Sono intervenuti tra gli altri il consigliere regionale Luca Sabattini e Marco Mastacchi, Regione Emilia-Romagna – Gruppo Assembleare Rete Civica Progetto Emilia-Romagna.

LE DONNE DEL VINO SI RACCONTANO AGLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI

«Il metodo didattico è semplice ma rivoluzionario – dice Roberta Urso – pochissima teoria e molte testimonianze dirette. Una didattica basata su esempi concreti. Fra le Donne del Vino ci sono professioniste di tutta la filiera: produttrici, ristoratrici, enotecarie, giornaliste-comunicatrici, sommelier, esperte che hanno proposto una vasta gamma di esperienze».

«Gli studenti hanno reagito con entusiasmo alla scoperta di sbocchi professionali che neanche immaginavano – commenta Antonietta Mazzeo – specialmente nei settori più nuovi come la wine hospitality e in generale l’enoturismo, la comunicazione digitale, il wine management».

«Negli istituti alberghieri – aggiunge Roberta Lanero – l’accento è soprattutto sul vino e una particolare attenzione viene posta sulle denominazioni e gli abbinamenti col cibo della stessa regione ma ci sono anche parti più tecniche come, ad esempio, la lettura dell’etichetta e i significati dei termini».

In questo tipo di istituti alcuni direttori didattici avevano già introdotto l’insegnamento del vino mentre nelle scuole di indirizzo turistico manca qualsiasi precedente. In questi istituti il tema degli incontri con le Donne del Vino è più orientato sui territori del vino e sulla creazione e comunicazione delle esperienze enoiche.
La degustazione completa del vino è riservata ai maggiorenni mentre gli studenti più giovani si limitano a esercitare la vista e l’olfatto, imparando a riconoscere colori e profumi. Fra gli scopi del progetto c’è infatti l’educazione al consumo responsabile e la creazione di influencer in grado di allontanare i coetanei dall’abuso. È stato accolto con grande interesse il racconto della giovane testimonial emiliana Eleonora Vittoria Rosi contro l’abuso di alcol, gli studenti, particolarmente attenti, sono intervenuti con molte domande.

12 ore di incontri all’anno che non allungano l’orario scolastico e si svolgono sempre alla presenza dei docenti. Le Donne del Vino offrono il loro apporto gratuitamente e, oltre allo storytelling della propria attività in aula, portano gli studenti nelle aziende per visite didattiche già programmate per la primavera 2022.

Gli Istituti coinvolti nella sperimentazione del Progetto D-Vino sono:
in Sicilia, istituto Alberghiero Ignazio e Vincenzo Florio – Erice (Tp); Istituto commerciale per il Turismo e professionale per l’ospitalità alberghiera Enrico Medi – Randazzo (Ct); Istituto superiore per i servizi turistico/alberghieri Don Calogero Di Vincenti – Bisacquino (Pa).
In Emilia Romagna, Istituto Lazzaro Spallanzani Castelfranco Emilia (Mo); Raineri Marcora, Piacenza; Magnaghi Solari Salsomaggiore Terme (Pr)
In Piemonte, Apf Colline Astigiane Scuola Alberghiera di Agliano-Asti e Istituto Umberto Primo Scuola Enologica di Alba.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO D-VINO

Il progetto D-vino ha suscitato un enorme entusiasmo negli studenti degli Istituti Alberghieri e negli Istituti Turistici che saranno i futuri managers di ristoranti, alberghi, agenzie di viaggio, uffici informazione e in generale delle attività relative al comparto turistico.
«Il primo obiettivo di D-Vino – spiega Donatella Cinelli Colombini – è quello di dare loro maggiori prospettive di lavoro, ma ci sono anche obiettivi più strategici. L’Italia ha bisogno di riacquistare i flussi turistici esteri bloccati dal Covid e sa di avere nell’enogastronomia la calamita più forte. Per questo il solo insegnamento della storia dell’arte, che avviene attualmente, non basta per formare chi dovrà, in futuro, proporre la destinazione Italia oppure animare il soggiorno di chi arriva nel nostro Paese. Conoscere il vino e i territori del vino consentirà ai futuri managers del turismo di potenziare l’attrattività delle nostre regioni e avere degli argomenti in più per battere la concorrenza. Allo stesso modo come una maggiore conoscenza del vino è fondamentale per chi si occupa di ristorazione e ottiene un terzo del suo fatturato sulle bottiglie che serve in tavola».

Accrescendo la cultura enoica degli studenti degli Istituti Alberghieri e Turistici, il progetto D-Vino crea i primi anelli di quella catena umana di passaparola che comprende i consumatori locali e i turisti stranieri attraverso i quali giunge nelle loro zone di origine favorendo l’internazionalizzazione anche delle denominazioni minori.

Ecco come dal semplice racconto delle proprie esperienze professionali le Donne del Vino hanno aperto a 500 giovani nuovi sbocchi di lavoro e dato loro nuove motivazioni nell’impegno scolastico, contemporaneamente hanno innescato una dinamica di sviluppo che va molto oltre il vino e ha effetti positivi su interi territori.

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