Friuli Venezia Giulia, report del convegno sui cambiamenti climatici

Friuli Venezia Giulia, report del convegno sui cambiamenti climatici

Il convegno delle Donne del Vino del Friuli Venezia Giulia “Cambiamenti climatici e ripercussioni in vigna e cantina” si è svolto il 12 Novembre 2021 a Fossa Mala, Fiume Veneto

Osservare la vigna, cambiare le proprie scelte per aiutare il vigneto ad adattarsi alle variazioni del clima, formare dei giovani attenti e consapevoli, scoprire nuove tecniche di produzione e sviluppo, ascoltare, investire e sperimentare. Un confronto su un tema estremamente attuale per condividere informazioni e progetti a livello regionale e nazionale e fare rete

Questi sono alcuni degli spunti che hanno animato, lo scorso 12 novembre, il convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione del Friuli Venezia Giulia a Fiume Veneto, presso la cantina Fossa Mala, “I cambiamenti climatici e le ripercussioni in vigna e cantina”.

L’incontro, moderato da Domenica Grande, sommelier e conduttrice radiofonica, è stato animato da esperti del settore, che si sono confrontati sul delicato tema che riguarda il presente ed il futuro della viticoltura sul nostro territorio. Maria Cristina Cigolotti, delegata del Friuli Venezia Giulia ha dato il benvenuto insieme a Liliana Savioli, vicedelegata, e ringraziato i relatori sottolineando quanto questo incontro fosse, da parte della delegazione, fortemente voluto e quanto sia fondamentale organizzare questi momenti di confronto su un tema così delicato per condividere informazioni e progetti a livello regionale e nazionale e fare rete nel settore del vino.

Stefano Zannier, assessore alle Risorse Agroalimentari del Friuli Venezia Giulia si è congratulato con Le Donne del Vino e ha commentato: “Viviamo un momento delicato dove molti parlano, straparlano e poco ascoltano”, e ha aggiunto: “È di fondamentale importanza ascoltare gli esperti che hanno scienza e conoscenza e che studiano quotidianamente delle soluzioni per trovare basi solide e concrete per il futuro a salvaguardia dell’ambiente. Noi ci dobbiamo domandare come possiamo adattare le nostre produzioni nel rispetto del territorio e dell’ambiente in un clima che muta”.

Resilienza e climate change
Emanuele Eccel, tecnologo e ricercatore del Centro Ricerca e Innovazione Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, ha illustrato il progetto Medcliv che rappresenta un’opportunità per migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici. L’obiettivo di questa iniziativa è infatti favorire lo sviluppo di una comunità innovativa, dove ricerca e industria mettano in comune i propri sforzi a favore di un’economia a basso impatto. “Sono stati creati degli hub – ha raccontato Eccel – e coinvolti sei Paesi del Mediterraneo, Cipro, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia, Spagna. Questi hub consentiranno agli attori della filiera vitivinicola di collaborare sul tema del cambiamento in materia di clima”. Il settore vitivinicolo è uno dei motori economici e culturali dei popoli mediterranei, nelle regioni in cui la coltivazione della vite fa parte del paesaggio agricolo e del patrimonio economico-sociale, i cambiamenti climatici possono dunque influire pesantemente sul ciclo produttivo e avere grandi ripercussioni. Infatti tra i dati esposti da Emanuele Eccel relativi a un questionario sottoposto a viticoltori italiani nell’estate del 2020, è emerso che quello che preoccupa maggiormente i produttori, nel lungo termine, è proprio il cambiamento climatico.

“Codice rosso climatico” è stato poi il titolo dell’intervento di Marco Virgilio, esperto di meteorologia e climatologia che ha espresso le sue preoccupazioni: “La crisi climatica è un vero e proprio codice rosso per tutta l’umanità. Come è stato segnalato durante Cop 26 a fine ottobre a Glasgow, in Scozia c’è un allarme in più; oltre a confermare il trend di riscaldamento climatico si nota una accelerazione. Se guardiamo alle precipitazioni vediamo che tendono a concentrarsi in eventi più brevi ma estremamente violenti, come è successo recentemente in Sicilia e Sardegna. L’aumento di tornadi e uragani è palpabile. Dobbiamo smettere di pensare che non sarà un nostro problema e agire immediatamente”.

Investire, studiare, sperimentare
Roberta Urso, pr manager di Cantine Settesoli, delegata delle Donne del Vino della Sicilia è intervenuta su “Climate change e futuro della viticoltura siciliana”. “Negli ultimi 30 anni ha spiegato Roberta Urso – la temperatura media dell’anno in Sicilia è aumentata di un grado: ciò è bastato per rivoluzionare la geografia vitivinicola isolana, facendo soffrire centinaia di aziende, piccole e grandi, e aprendo orizzonti del tutto nuovi ad alcuni produttori che hanno sacrificato i vigneti, in assoluto più sensibili ai cambiamenti climatici, per altre coltivazioni. La vendemmia 2021 in Sicilia – ha poi aggiunto – è stata comunque positiva con un aumento del 9% rispetto alla stagione passata. Il cambiamento climatico porterà sicuramente anche alla scoperta di nuove tipologie di vino, nuove tecniche di produzione e sviluppo di nuove tecnologie. Investire, studiare, sperimentare sarà necessario per vincere la sfida più importante dei nostri tempi”.

Marianna Cardone di Cardone Vini, delegata della Puglia, ha poi raccontato del suo territorio e di quello che sta accadendo. “Avevamo un clima mediterraneo con inverni miti ed estati calde – ha detto -, ma anche da noi le cose stanno cambiando. La siccità, dettata dall’aumento delle temperature anche in questa regione, sta diventando un problema. La formazione è fondamentale, è importante che i nostri ragazzi che intraprendono questa strada abbiano piena coscienza di quello che sono i cambiamenti climatici e che arrivino in vigna e in cantina, ora più che mai, preparati e coscienti che l’ecosostenibilità deve diventare una guida per le scelte future, che nella nostra regione trovano sostegno concreto in misure finanziarie specifiche messe a disposizione dalle istituzioni”.

Parola chiave: osservare
“Le Donne del Vino – ha raccontato poi Elena Roppa, consulente di marketing e comunicazione e Donna del Vino – si sono attivate, hanno cambiato modello e lo hanno fatto molti anni fa”. E poi ha portato all’attenzione dei presenti alcuni casi positivi di alcune cantine del Friuli Venezia Giulia che hanno trovato soluzioni, anche contrapposte, soluzioni nate dalla volontà di fare il meglio con ciò che si ha: dal Bilancio di sostenibilità e dalla certificazione Viva all’utilizzo di vitigni resistenti, dalla bioedilizia e biodinamica alla scoperta e recupero di antichi vitigni.

Per l’agronomo Giovanni Bigot di Perleuve, che mette l’essere umano al centro del vigneto, la parola chiave è osservare. “Bisogna stare nel vigneto con consapevolezza e metodo – ha spiegato Bigot – perché dall’osservazione può nascere qualche cosa di importante che permette di cambiare le proprie scelte per aiutare il vigneto ad adattarsi alle variazioni del clima”.

Il presidente di Assoenologi sez. Friuli Venezia Giulia, Rodolfo Rizzi, ha invece messo in evidenza le problematiche che riguardano la produzione dei vini nell’intervento dal titolo “Un ottimo clima per un ottimo vino”. “Sono la qualità e la quantità che fanno la sostenibilità economica di un’azienda – ha dichiarato Rizzi – e il clima è fondamentale per avere una buona qualità del prodotto. Quest’anno – ha poi sottolineato – in Friuli Venezia Giulia la vendemmia è stata eccezionale grazie a un clima perfetto, ma se guardiamo al passato i dati ci dicono che dal 1981 in poi il momento della raccolta si è spostato da settembre ad agosto, con una vendemmia sempre più anticipata e di difficile gestione”.

Daniele Stangherlin, direttore commerciale di Amorim Cork Italia, ha spiegato come questo alleato naturale e prezioso del mondo enologico si prepari a nuove sfide e opportunità. Amorim tra i suoi progetti etici ha quello di preservare un patrimonio unico e prezioso: la foresta di querce di sughero.
Infine, Carlo Marietti di Verspieren Italia, assicurazione specializzata nel mondo vitivinicolo ed agrario, si è soffermato sulla nuova gestione dei rischi alla luce dei cambiamenti climatici.

Le Donne del Vino del Friuli Venezia Giulia, guidate dalla delegata Cristina Cigolotti e dalla vice delegata Liliana Savioli, unitamente alle due consigliere nazionali Cristiana Cirielli e Antonella Cantarutti, hanno fatto proprio il tema dell’ambiente e della sostenibilità ambientale e hanno consacrato a questo argomento tutte le loro manifestazioni. Un ringraziamento a Amorim Cork Italia e Verspieren Italia per il sostegno e la collaborazione

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