In giro per la Campania, mosaico di diversità, si snoda il viaggio itinerante delle Donne del Vino. Il racconto della tappa a Luglio in Irpinia: Terredora e Oasis Antichi Sapori.
L’estate è stagione di viaggi, alla scoperta di destinazioni più o meno lontane. Dopo le cantine in Friuli Venezia Giulia, la nuova meta è l’Irpinia, terra di eccellenze enologiche, tre le famose docg, e di autentici sapori in tavola.
Lorella Di Porzio, delegata in Campania, ha fissato l’appuntamento per il 6 luglio, alle 18:00, a Montefusco, oggi piccolo paese, ma che, fu, fino al 1806, capitale del Principato Ultra, oggi l’attuale provincia di Avellino. Se ti va di fare un giro fra i vicoli, nell’afa di un pomeriggio estivo, ti apparirà silente, quasi deserto; eppure è uno degli otto comuni della docg del Greco di Tufo.
L’incontro è fissato qui in una cantina, Terredora, dove a ricevere le donne del vino è Daniela Mastroberardino, che, con Elena Martusciello e Maria Ida Avallone, ha partecipato alla nascita della delegazione campana e, che, oggi, grazie all’impegno di tutte continua a crescere.
Mentre le luci del giorno si smorzano, ci si conosce fra quante sono arrivate: vecchie e nuove socie riunite intorno ad un calice di Fiano di Avellino Docg 2011 Campore, “bianco di estrema eleganza, dice la padrona di casa, come sanno essere le donne, il cui fascino è ammaliante da giovani come in età più matura”.
E’ tempo di salire in macchina per dirigersi alla volta di Vallesaccarda, divenuto nel 1958 comune autonomo, ma fino ad allora parte dei tenimenti di Trevico, il più alto in Irpinia, famoso, oggi, per aver dato i natali ad Ettore Scola e, nei tempi più antichi, grazie al poeta latino Quinto Orazio Flacco.
Nelle sue “Satire” racconta, infatti, della sosta in una locanda del posto, individuata nella “Taverna delle noci”, oggi nel territorio di Vallesaccarda, ma all’epoca parte del vasto agro di Trevico. Qui Orazio si fermò per recuperare le forze perdute, nel lungo viaggio da Roma verso Brindisi, in compagnia di Mecenate e Virgilio.
Sembra quasi che, in questa storia, ci sia una profezia del presente, visto che, oggi, Vallesaccarda è nota, soprattutto, ai cultori del gusto per il ristorante Oasis Antichi Sapori, della famiglia Fischetti: cinque fratelli, felice esempio di armonia operosa che diventa forza imbattibile. I loro sono piatti che raccontano la tradizione agricola, ma anche pastorale delle terre della Baronia, dove domina il grano e dove passa l’antico tratturo che arriva in Puglia.
Per la cena di stasera, cucina una cara amica delle donne del vino: Lina Fischetti.
Si comincia con un piatto che esalta i prodotti locali in chiave moderna: un carpaccio di vitellone dell’Appennino con fior di sale affumicato, caciocavallo, agrumi e pomodori in confit. La fresella integrale con stracciatella di mucca, baccalà, olive nere di Ferrandina, pomodori e basilico parla più della tradizione contadina di una volta.
A casa dei Fischetti, dove le donne hanno imparato anche loro da mamma a tirare la pasta, non possono mancare i ravioli, preparati con un ripieno di formaggi freschi e, poi, cucinati con zucca e pomodorini. Se il raviolo si scioglie in bocca, che dire del controfiletto di vitello in lenta e lunga cottura con melanzane violette, miele e basilico? Semplicemente superlativo.
Per finire, frutto della passione con semisfera di biscotto al caramello salato,quasi un omaggio alla passionalità delle donne.
Gli abbinamenti sono stati sull’onda dell’emozione del momento, con i vini che ciascuna produttrice intervenuta ha voluto con sé per la cena:
Greco di Tufo per Maria Coppola, Cantina de’ Monaci
Giallo d’Arles per Laura Di Marzio, Quintodecimo
Rosato del Varo Irpinia per Milena Pepe, Tenuta Cavalier Pepe
Gragnano della Penisola Sorrentina per Gilda Guida, Otto uve
Villa Teresa per Maria Portolano, Mario Portolano
Aglianico dei Colli di Salerno per Loredana Matrone, Cerrella
Taurasi CampoRe per Daniela Mastroberardino, Terredora
La serata è, poi, finita in bellezza con l’arrivo in sala di Lina Fischetti, la cui accoglienza è sì cucina raffinata ed autentica assieme, ma anche tanto calore umano, un perfetto arrivederci ad un prossimo incontro.