Pallagrello, vitigno antico della Campania

Pallagrello, vitigno antico della Campania

Pallagrello è un vitigno antico della Campania, che ci viene raccontato attraverso l’esperienza delle due donne del vino e produttrici Manuela Piancastelli dell’azienda Terre del Principe e Lucia Ferrara dell’azienda Sclavia

Piccola palla è la traduzione di u pallarell, ovvero il nome dialettale del Pallagrello derivante, con molta probabilità, dalla forma dell’acino piccolo e tondo. L’origine, si presuppone sia, come tanti altri vitigni, dell’antica Grecia, mentre della coltivazione in loco se ne hanno numerose certificazioni storiche, riconducibili agli antichi romani. Poi grazie ad una epigrafe voluta e posta, e visibile ancora oggi nel comune di Piedimonte Matese, da Ferdinando IV di Borbone, si ha l’attestazione dell’origine autoctona del vitigno. La provincia di origine è quella di Caserta, dove è ancora concentrata la maggior parte della produzione, ad un’altitudine media tra i 200 e i 400 metri slm raggruppata, nell’entroterra campano, tra i massicci montuosi del Taburno a est e del Matese più a nord.

Il vitigno è sia a bacca rossa che a bacca bianca, e noi lo conosciamo nella seconda versione grazie a due produttrici della provincia.

Terre del Volturno IGT Pallagrello Bianco “Le Serole” e Manuela Piancastelli dell’azienda Terre del Principe.

Terre del Volturno IGT Pallagrello Bianco “Le Serole”
Le uve sono coltivate in località Sèrole, a Ruviano, da cui prende nome il vino e il toponimo compare nelle antiche mappe della zona. Caratterizzata da un imponente e bellissimo rudere di un’antica masseria, a Sèrole esiste ancora oggi un’aia ad uso comune, risalente al 1829, la cosidetta “Aria Nova”, dove i contadini si riunivano per trasformare i prodotti della terra, per ballare e cantare, nelle sere d’estate.
Le Sèrole: è un vino profumato, con sentori balsamici e note di albicocca. In bocca è pieno, ricco, entra morbido, ma subito dopo sopravanza la freschezza arrivando ad un notevole equilibrio gustativo.
“Lo abbinerei con risotto alle erbe aromatiche con scampi crudi.
Lo berrei (possibilmente….) con Richard Gère….”

Manuela Piancastelli dell’azienda Terre del Principe
L’Azienda è stata fondata da Peppe Mancini e Manuela Piancastelli all’inizio degli anni Duemila, nata dietro la spinta della riscoperta e del rilancio dei vitigni autoctoni casertani Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Casavecchia. Il comune è quello di Castel Campagnano, in un territorio con un microclima unico, nel “corridoio” compreso tra i massicci montuosi del Taburno e dl Matese, ed un interessante tessuto geologico, quello delle arenarie di Caiazzo, composto da sabbia, argilla e detriti vulcanici.
Distribuiti su otto ettari di terreni vitati, Terre del Principe produce circa 20.000 bottiglie con 4 etichette: un Pallagrello Bianco “Le Sèrole”, un Pallagrello Nero “Ambruco”, un Casavecchia “Centomoggia” ed un blend di Pallagrello Nero e Casavecchia “Piancastelli”.

“Ho iniziato a fine anni ’90 un percorso di vita totalmente e diverso da quello precedente per amore di mio marito e del vino. Sono stata per vent’anni giornalista professionista per “Il Mattino” di Napoli poi tutto è cambiato, dopo un’intervista fatta Peppe Mancini…”E da quel giorno più non vi leggemmo avante….”.
Sono stata affascinata dalla campagna, dalla vigna e soprattutto da alcuni vitigni autoctoni, fino ad allora praticamente sconosciuti, il Pallagrello e il Casavecchia, dei quali abbiamo scritto la storia contemporanea, riscoprendoli e collaborando con l’Università degli Studi e la Regione Campania per il loro riconoscimento nel Catalogo Nazionale delle uve da vino. Donne a cui ispirarmi? No, già così è difficile, figuriamoci con un modello!
Se mi chiedete il mio proverbio preferito, eccolo:….” Chi nun sape abballa’, non ascesse ‘mmiezo” ossia, “Chi non sa ballare, meglio che stia in disparte”. Da buon intenditor, poche parole.

Azienda Terre del Principe – Piazza Municipio 4 – 81010 CASTEL CAMPAGNANO (CE)

Pallagrello Bianco IGT Terre del Volturno “Calù” e Lucia Ferrara della Società Agricola Sclavia

Pallagrello Bianco IGT Terre del Volturno “Calù”
Il Pallagrello bianco è diffuso solo nella provincia di Caserta, nella zona di Castel Campagnano, Caiazzo, Castel di Sasso, Piedimonte e Alife. È coinvolto nel programma regionale di recupero e sviluppo dei vitigni autoctoni.
Calù nasce da un connubio armonico di Pallagrello bianco all’85% e di Fiano al 15%; di colore giallo paglierino; profumo intenso con note di frutta esotica, albicocca e miele; sapore pieno e vellutato.
“E’ un vino dedicato alle donne, già nella scelta del suo nome (che è formato dalle iniziali dei nomi di Carmen e Lucia, noi due proprietarie) e sarebbe piacevole poterlo degustare con tutte le donne del vino!”

Lucia Ferrara della Società Agricola Sclavia srl
L’azienda Sclavia muove i suoi primi passi nel 2003, quando vengono piantate le prime vigne. Nasce dalla passione dei suoi proprietari per il vino e soprattutto per la terra, da valorizzare nei suoi prodotti caratteristici e nell’esaltazione delle sue tipicità. Produce Pallagrello, sia a bacca bianca che rossa, e Casavecchia nella versione Terre del Volturno IGT e Casavecchia di Pontelatone DOP.
Sclavia era l’antico nome di Liberi, -paese in cui sono i vitigni-, laddove un’antica colonia di
schiavi romani, dopo l’affrancamento, cambiarono il nome del luogo in Liberi.
L’azienda è ubicata a 500 metri di altezza, dove oggi coltiva 13 ettari di vigneto.

“Vivo da sempre nel mondo del vino dal momento che una lunga tradizione familiare mi precede. Mio nonno coltivava vite e produceva l’Aspirino di Aversa; ed io sarò sempre grata a mio padre per avermi trasmesso questa passione. Lunghe serate trascorse davanti al camino dei miei genitori a degustare vini mi hanno catapultata dal mondo dell’arte e dell’insegnamento alla gestione di un’azienda che pian piano cresce nel territorio campano.
Devo molto anche al mio socio, Andrea Granito, fondatore dell’azienda.

La donna a cui mi ispiro in assoluto è mia madre, nel lavoro e nella vita. Lei ha gestito per tanti anni un’azienda pubblica, e da lei ho imparato determinazione, coraggio, voglia di emergere, ma soprattutto desiderio di affermare le capacità gestionali ed il senso di organizzazione del lavoro che appartengono alle donne.

Per questi motivi e soprattutto per i sacrifici che ho fatto arrivando fin qui, sono convinta che il lavoro nobilita l’uomo e che ogni giorno rappresenterà sempre una nuova sfida”.

Società Agricola Sclavia srl, via Case Sparse snc, 81040 Liberi (Caserta)

Contributi raccolti a cura di Cinzia Tosetti, Donna del vino e Sommelier

 

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-size: initial;background-position: top center;background-attachment: initial;background-repeat: initial;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 200px;}