Diploma Ecofriendly 2017 assegnato all’azienda vitivinicola I Balzini, guidata da Antonella D’Isanto delegata della Toscana delle Donne del Vino.
Antonella D’Isanto Delegata della Toscana delle Donne del vino ha ricevuto dalla guida Vini Buoni d’Italia il premio Ecofriendly 2017 per l’impegno della sua azienda I Balzini nella salvaguardia dell’ambiente.
Antonella ha ottenuto questo riconoscimento grazie alle buone pratiche adottate in vigna e cantina: pratica un’agricoltura sostenibile senza l’impiego di prodotti chimici ma solo di prodotti biologici. Dalla tutela del territorio all’adozione di pratiche a impatto zero, fino alla produzione di vini atti a garantire la salute dei consumatori e il rispetto per l’ambiente.
Il diploma Ecofriendly, che ogni anno viene assegnato dalla Guida Vini Buoni d’Italia, si basa sul fatto che oggi e sempre più nel prossimo futuro i consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di “rispetto per l’ambiente” un’importanza simile al prezzo, alla varietà o all’origine.
L’Italia vitata, che sui valori della sostenibilità vanta un primato assoluto in Europa, vede i vignaioli impegnati su percorsi ispirati a ripristinare la produttività biologica dei terreni e la sostenibilità ambientale con pratiche che prevedono diversi tipi di intervento:
– riducendo al minimo l’uso di prodotti agrochimici, soprattutto in presenza di efficaci alternative;
– migliorando i sistemi d’irrigazione per massimizzare l’efficienza dell’acqua;
– ottimizzando la validità delle operazioni di cantina e l’uso di energie rinnovabili e dei biocarburanti;
– utilizzando bottiglie di vetro più leggere e optando su quelle aziende vetrarie fortemente impegnate nell’impiego del vetro riciclato.
Lo scopo principale di queste azioni, se da un lato riveste un profilo etico, dall’altro, essendo ampiamente pubblicizzato, è quello di entrare nella mente del consumatore proponendo nella comunicazione il messaggio di aziende “amiche dell’ambiente.
Senza l’uso di prodotti chimici ma solo biologici, con lavorazioni atte a evitare il diserbo, la scelta di alleggerire il peso delle bottiglie, l’installazione di un impianto fotovoltaico, la costruzione di una cantina a debito energetico zero, l’abolizione del polistirolo nel packaging.
“In quanto produttrice – spiega Antonella D’Isanto – considero la terra e, in generale, la natura componenti primarie del successo e del consenso che i nostri vini ricevono sulle guide e sulle tavole dei nostri clienti. Ed è anche in virtù di questa gratitudine, che mi impegno a curare la qualità dei vini attraverso l’amore per i vigneti, l’ambiente e le sue risorse. Infine, lo considero una forma di rispetto sia per chi il nostro vino lo beve sia per le generazioni future”.