Lacryma Christi, vino della Campania

Lacryma Christi, vino della Campania

Lacryma Christi, vino della Campania, ci viene presentato da Benigna Sorrentino, donna del vino e produttrice dell’azienda Sorrentino Vini

La Campania è una regione ricca di bellezze naturali e paesaggi incantati, a partire dai suoi 4 golfi, quello di Napoli, di Salerno, di Gaeta e Policastro, i suoi arcipelaghi dove troviamo alcune tra le più attrattive isole italiane quali Ischia, Capri e Procida e, all’estremo levante, l’appennino meridionale che, con le sue altitudini, apporta un microclima unico e irripetibile. Da non dimenticare poi l’influenza dell’imponente vulcano Vesuvio che, silente e fertile, da secoli offre i suoi versanti alla lavorazione agricola che, ricchi di sali, pietre pomici e minerali, presentano un terreno e un microclima ideali per la coltura della vite.

Il Lacryma Christi del Vesuvio Bianco “Vigna Lapillo” e Benigna Sorrentino dell’Azienda Sorrentino Vini.

Dal sito dell’azienda riportiamo la storica leggenda che lega Lucifero al golfo di Napoli e al Lacryma Christi: “Lucifero, angelo del Male, scacciato dal Paradiso riuscì a rubare un lembo di Eden e condurlo con sé sulla terra, formando così il golfo di Napoli. Addolorato da questa perdita, Gesù Cristo cominciò a piangere versando lacrime proprio sul Vesuvio; da queste soavi lacrime sorsero delle viti e un’uva dal sapore angelico: il Lacryma Christi”.
Queste le origini angeliche della DOC Vesuvio Lacryma Christi Bianco, mentre la denominazione del territorio è data da uve di Coda di Volpe (o Caprettone), Verdeca, Falanghina e Greco. I terreni aziendali sono collocati sul versante sud-ovest, e lavorati con tecniche tradizionali e con regime biologico, per ottenere i migliori risultati da una terra ricca e generosa.

Lacryma Christi Vigna Lapillo
Lacryma Christi Vigna Lapillo

Lacryma Christi del Vesuvio Bianco “Vigna Lapillo”

Il vino è dato dal Caprettone 80% e dalla Falanghina 20%, due vitigni autoctoni vesuviani, coltivati nei vigneti aziendali denominati Vigna Lapillo dove è presente un’elevata concentrazione di lapilli e di pietre vulcaniche.
L’uvaggio è derivante dalla tradizionale composizione della famosa pergola vesuviana, mentre il vino offre sentori floreali come il fiore di albicocco, fruttati con prevalenza della mandorla, e sentori minerali.
Elegante e persistente, sprigiona armonia, che si avverte dalle sensazioni di freschezza e di sapidità in equilibrio con quelle di morbidezza.
Data l’ampia versatilità, il vino può essere abbinato a primi piatti, ottimo con le candele spezzate trafilate al bronzo con genovese di pesce, e ai secondi piatti, in primis le grigliate, rigorosamente di pesce.
Da bere in occasione di momenti conviviali, in compagnia di amici, ed incontri rappresentativi di questo splendido territorio.

Benigna Sorrentino
Benigna Sorrentino

Benigna Sorrentino dell’Azienda Sorrentino Vini

Dall’esperienza compiuta nell’800 dagli avi di famiglia…la storia agricola aziendale prosegue e prende vita con la nonna Benigna che, già da giovane, è determinata a seguire la vita di campagna. Vissuta con i suoi genitori, negli anni della seconda guerra mondiale, riscopre la sua passione per la natura e per la coltivazione della vite. L’attuale terza generazione è composta dai fratelli Giuseppe, Benigna e Maria Paola che ricevono la magica arte del “Fare il vino” e segue le tradizioni famigliari, intraprendendo numerosi progetti volti a studiare e a valorizzare le coltivazioni. Tra questi il più importante è l’ottenimento della certificazione biologica, che permette di ottenere grandi risultati in una terra che si riconosce per la spiccata identità, fertilità e inconfondibile mineralità.
Tutta la famiglia opera in sinergia affinché la nascita, la crescita e lo sviluppo di tutta la filiera produttiva, commerciale e turistica sia curata in ogni particolare con il fine di raccontare i vini prodotti a tutto il mondo.

“In questa ottica di ricerca della qualità, ho intrapreso gli studi presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli e, a seguire, mi sono specializzata in Scienze Viticole ed Enologiche presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino maturando importanti e significative esperienze in Piemonte.

Successivamente, avendo intrapreso e sviluppato numerosi studi scientifici, mai condotti prima, sulle varietà autoctone vesuviane e poco conosciute come il Caprettone, la Falanghina Pompeiano, la Catalanesca, il Piedirosso e l’Aglianico Pompeiano mi sono dedicata e mi dedico tuttora alla valorizzazione viticola e all’innovazione tecnologica realizzando anche il DòRè l’unico spumante Lacryma Christi del Vesuvio prodotto sul Vesuvio.

La particolarità inconfondibile dei nostri vini risiede nell’eccezionalità del suolo vulcanico, differente a seconda della stratificazione originata in seguito alle eruzioni, e circoscritto nell’ambito dello stesso versante sud-ovest dove sono collocati i 35 ettari di vigneto.

La storia aziendale vede come protagoniste le donne: nonna Benigna e mamma Angela, due figure che hanno rappresentato una fonte di ispirazione per il coraggio e la determinazione nel preservare la natura, l’amore di donne e di madri nell’allevare tutti i frutti della terra conservandone l’unicità, il sacrificio nei momenti di difficoltà e il dono dell’unione familiare.

Il mio motto: L’IMPORTANTE NON E’ ESSERE NOTATI, MA ESSERE RICORDATI.

Sorrentino Vini, via Rio, 26 – Boscotrecase (NA)

Contributo a cura di Cinzia Tosetti, donna del vino e sommelier

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