Viticoltura in Liguria: quattro vitigni liguri descritti da altrettante sommelier e Donne del Vino liguri.
La Liguria è una regione a forma di mezzaluna che si affaccia sul mare. Le Donne del Vino della Liguria ci hanno regalato uno spaccato sulla viticoltura e sui vitigni di questa terra, descrivendone 4 tra i più rappresentativi di questa Regione: Ormeasco, Lumassina, Rossese e Pigato.
Pornassio o Ormeasco di Pornassio
Pornassio è una DOC giovane, nata nel 2003, che prevede la coltivazione e la lavorazione di un vitigno a bacca rossa, l’Ormeasco previsto in una percentuale minima dell’85%.
Il vitigno, che annovera origini piemontesi, nel più famoso e diffuso dolcetto, fu introdotto e coltivato principalmente nelle alture dell’alta Valle Arroscia, fin dal medioevo.
Se ne hanno notizie certe in un editto dei Marchesi di Clavesana, signori del territorio, che nel 1303 ordinarono di coltivare ai propri sudditi il vitigno dolcetto, proveniente dalla vicina Ormea, nel comprensorio di Pornassio.
Negli anni il vitigno trova una sua identità, adattandosi a terreni siti 700/800 m slm, e preferendo un microclima condizionato dalla salinità dei venti di mare.
Il vino che ne deriva è di un color rosso rubino con riflessi violacei. Il profumo sviluppa piacevoli note di viola mammola e poi frutti di ribes, lampone e mirtillo; sul finale note salmastre e di spezie orientali. In bocca è delicato ed elegante, con tannini morbidi e una buona e giovane freschezza.
Si abbina ai primi piatti con sughi di carne, ai secondi di carne e di selvaggina non troppo lavorati.
Il vino si presenta sul mercato nella versione classica, “superiore”, se affinato in legno, rosato, denominato“schiacchetrà”, passito e passito liquoroso. Inoltre, negli ultimi anni, è possibile trovare in commercio una versione spumantizzata con il metodo classico.
Lorena Germano: Sommelier professionista
Titolare del Ristorante Quintilio di Altare (SV)
Lumassina
Lumassina ovvero lumachina. Secondo alcuni perché ha acini rotondi e stretti l’uno all’altro come tante piccole lumache. Oppure, seguendo un’altra versione semplicemente perché risulta particolarmente adatto all’abbinamento con le lumache.
La Lumassina è un vino che viene prodotto dal vitigno omonimo in un’area abbastanza circoscritta della provincia di Savona, fino a Finale Ligure, ed è sostanzialmente Io stesso anche se prende nomi differenti in due zone specifiche: Buzzetto (da buzzu, acerbo e quindi acerbetto) nel comune di Quiliano; Mataossu, vocabolo d’incerta etimologia, nel territorio dei comuni di Noli e di Spotorno. È un vitigno antico diffuso da tempo. Apprezzato per il fondo gradevolmente amarognolo, che ricorda un po’ i pinoli e le mandorle, perciò ottimo di beva durante le pause estive grazie anche alla moderata alcolicità. L’intensità asprigna, che alcuni attribuiscono alla precoce raccolta delle uve rispetto alla loro piena maturazione, varia secondo la posizione dei vigneti rispetto alla distanza dal mare e, appunto, all’epoca della vendemmia.
È un vino bianco di colore giallo paglierino pallido con riflessi verdolini.
Al naso ha una moderata intensità olfattiva con sentore di pesca, susina gialla, note floreali, camomilla e fiori di campo a volte anche sentori di miele.
L’aspetto gustativo, abbastanza intenso, mostra una percettibile acidità, secco e abbastanza sapido. Viene vinificato anche come vino frizzante, riscuotendo un apprezzabile riscontro soprattutto come aperitivo durante la stagione estiva. È un vino che deve essere servito giovane e fresco. La temperatura di servizio consigliata 11/12 gradi.
La sua gradazione alcolica è piuttosto contenuta siamo intorno agli 11%vol.
Per gli abbinamenti gastronomici è un vino che accompagna una buona gamma di piatti che vanno dagli antipasti ai secondi mediamente leggeri come friscieu (frittelle) di verdure alla genovese, le verdure ripiene,la panissa e farinata, insalata russa, le lumache,alici impanate e fritte, sardine al verde e moltissimi altri piatti della cucina sia costiera che dell’entroterra.
Cinzia Mattioli: Titolare del Ristorante Doc di Borgio Verezzi (SV) e Sommelier professionista dagli anni’ 90. Nel suo percorso è stata anche Consigliera Nazionale AIS e Delegata AIS provincia di Savona per diversi mandati.
Rossese
Il Rossese è il vitigno a bacca rossa più diffuso in Liguria, prodotto nelle provincie di Imperia e Savona con la DOC Riviera Ligure di Ponente Rossese.
Le sue uve sono difficili da trattare: durante la lavorazione, infatti, richiede molta attenzione e molti travasi. Il vino che ne deriva mediamente non ha un colore molto intenso, a meno che il produttore non cerchi maggiore estratto e quindi un maggiore contatto con le bucce.
Il colore è rosso rubino, più o meno intenso, mentre al naso troviamo profumi delicati di frutti rossi, come il lampone e il mirtillo, con note di pepe rosa. Elegante e raffinato al palato, è di buona intensità ma non di struggente corpo.
Si abbina al pesce, in zuppa o in guazzetto e alle fritture, o alle carni bianche cotte con olive e capperi come vuole la tradizione ligure.
Cinzia Tosetti: Giornalista e sommelier da anni si occupa di giornalismo enogastronomico. Ha scritto sulle principali testate di settore, e ha pubblicato libri sul vino e i suoi territori. Si occupa di pubbliche relazioni per aziende e enti, organizza convegni, eventi ed educational tours, e ha pubblicato libri sul vino e i suoi territori. Laureata in scienze geografiche, si è specializzata in enoturismo pubblicando con le Città del Vino una guida dal titolo “Le Dimore di Bacco”. Oggi, è la responsabile per la Liguria, della guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso Editore, e sta realizzando un sito, sul turismo in cantina, presto on line www.winefollower.it
Pigato
Il Pigato ligure DOC, prodotto con le uve dell’omonimo vitigno, è un vino dotato di una grande aromaticità, con sentore di fiori di campo, ginestra e miele e con una buona persistenza aromatica intensa.
Vino bianco secco. Colore da giallo paglierino scarico a giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato. Odore ampio, fruttato, fragrante, persistente, con netti sentori di pesca matura e miele, fiori freschi di campo e salvia sclarea, lievi sentori di muschio e resine boschive;il sapore secco ma morbido, sapido, persistenza e con piacevole fondo amarognolo. Alcolicità: 11 – 13,5%;
Si abbina perfettamente a molti piatti della tradizione, con maggiorana e uova, a ravioli di magro e salvia o a un’orata al forno con timo e salvia.
Paola Bisso: Sommelier e Titolare del Ristorante Da O Vittorio
Contributi raccolti e testo a cura di Camilla Guiggi
Donna del Vino e Sommelier della Lombardia